J
Jesus
Guest
Alla ricerca di "tattiche di combattimento aereo" mi sono imbattuto in questo racconto, che mi ha fatto venire in mente immediatamente il mitico TOPGUN, film che assieme al cartone animato Macross ha generato in me la passione per gli aerei e lo spazio...
Non so se ne avete già discusso, cmq ecco qui il combattimento reale da cui mi sembra possano avere tratto spunto per le monovre in TOPGUN (che onestamente mi sembravano una caxxata cinematogragica Holllywodiana... invece):
Più avanti nella guerra, i piloti della US Navy raccolsero i frutti del migliore addestramento fornito dall’appena creato Navy Fighter Weapons School (TOPGUN) presso la Naval Air Station di Miramar in California. Il brano che segue si trova in Fox Two del Maggiore Randy “Duke” Cunningham. In questo scontro, Cunningham e il suo Radar Intercept Officer sul seggiolino posteriore, “Willie” Driscoll (detto a volte “Irish”), intascarono la loro quinta vittoria (la terza di quella missione) diventando i primi assi americani in Vietnam. Stavano volando su un F-4J Phantom con missili Sparrow a guida radar semiattiva e Sidewinder a ricerca di calore (senza mitragliatrici); il loro avversario era un battagliero asso vietnamita su un MiG-17 Fresco equipaggiato probabilmente di sole mitragliatrici (anche se si dice che all’epoca alcuni portassero dei missili Atoll a ricerca di calore). In tali condizioni di combattimento si stima che l’F-4 avesse un vantaggio di T/W di circa il 20%, ma un carico alare maggiore dell’80% rispetto al MiG. In questo combattimento Cunningham cercò di impiegare le tattiche energetiche, ma ebbe ben poco successo contro il bandito abilmente pilotato. Frustrato, alla fine Duke arrischiò un disperato azzardo e vinse. Per inciso, “Fox Two” è un segnale radio adoperato per avvertire gli altri aerei amici in zona dell’imminente lancio di un missile Sidewinder.
Mentre facevamo rotta per la costa a 10.000 piedi, avvistai un altro aeroplano sul muso, leggermente in basso, che veniva dritto su di noi. Era un MiG-17. Dissi ad Irish di vedere quanto potevamo passare vicino al MiG per portare via quanta più separazione laterale possibile perché non potesse invertire tanto facilmente alle nostre ore sei. Eravamo soliti fare la stessa cosa contro gli A-4 a Miramar dato che i due aerei erano virtualmente identici nelle prestazioni. Questo si dimostrò il mio primo errore quasi fatale… Gli A-4 non hanno mitragliatrici nel muso.
L’intero muso del MiG si accese come un albero di Natale! Dei BB grossi come zucche volarono verso il nostro F-4.
Tirai bruscamente in verticale pura per distruggere la soluzione di inseguimento [del nemico]. Quando venni fuori dalla cabrata a sei G mi sforzai per vedere il MiG al di sotto mentre il mio F-4 saliva dritto. Ero sicuro che sarebbe andato in una virata orizzontale, o che sarebbe semplicemente fuggito come avevano fatto molti in passato. Quando mi guardai dietro da sopra al mio seggiolino eiettabile ebbi la sorpresa della mia vita: ecco il MiG, capottino a capottino con me, ad appena 300 piedi di distanza!... Cominciai a sentirmi stordito. Il mio stomaco si annodava. Non c’era paura negli occhi di quel tipo mentre salivamo di circa 8.000 piedi.
Accesi i postbruciatori e cominciai a superare il mio avversario, ma questo eccesso di prestazioni mi pose davanti a lui. Quando cominciai a recuperare alla sommità, lui cominciò a sparare. Il mio secondo errore quasi fatale – gli avevo dato una direzione di volo prevedibile, e lui ne aveva tratto vantaggio. Fui costretto a rollare e a strappare dalla parte opposta.
Lui strappò proprio dietro di me.
Non volendo ammettere che quel tipo mi stava battendo, dissi a Willie, “Quel F.D.P. è davvero fortunato! D’accordo, adesso lo prendiamo!” Tirai giù per accelerare col MiG a ore quattro. Lo osservai e attesi finché non mise giù il muso, quindi cabrai verso di lui e rollai alla sommità, mettendomi alle sue ore cinque. Anche se ero troppo vicino con un angolo eccessivo rispetto alla sua coda per lanciare un missile, la manovra mi mise in una posizione vantaggiosa. Pensai di averlo superato nel pilotaggio – un eccesso di fiducia rimpiazzò la paura.
Mi abbassai, tenendo il timone al massimo, e lui cabrò verso di me, sparando! Pensai, “Oh no, forse questo tipo non è solo fortunato, dopotutto!” Aveva adoperato la stessa manovra che avevo tentato io, cabrando contro di me e costringendomi a un sorpasso – eravamo nella classica forbice in rollata. Quando il suo muso andò giù io cabrai verso di lui.
Durante l’addestramento avevo combattuto nella stessa situazione. Avevo imparato che se il mio avversario aveva il muso troppo alto, potevo scattare in basso, usando vantaggiosamente un G, quindi correre verso le sue ore sei prima che potesse girarsi e arrivare a tiro.
Quando rallentammo a 200 nodi, seppi che era il momento di saltar fuori… Il raggio di virata superiore del MiG, accoppiato con dei G disponibili più elevati a quella velocità, cominciarono a dargli un costante vantaggio. Quando sollevò il suo muso appena un po’ troppo in alto, strappai verso di lui. Ponendo il mio aereo a quasi 180°, Willie ed io eravamo due miglia davanti a lui, fuori dalla portata dei suoi missili, ad una velocità all’aria di 600 nodi.
Con l’energia recuperata, effettuai un’inversione verticale a 60° col muso in su verso il MiG che premeva. Lui cabrò dritto dietro a noi, e ancora una volta, con le superiori capacità ascensionali del Phantom, lo superai
137
in candela mentre schizzava BB nella nostra direzione. Era una copia carbone del primo ingaggio di qualche secondo prima, mentre andavamo in una forbice in rollata.
Ancora una volta fummo costretti a sganciarci mentre vantaggio e svantaggio cambiavano parte. Mentre schizzavamo via per riprendere energia per la seconda volta, Irish venne fuori all’[interfono], “Ehi, Duke, come va lassù?
Questo tipo sa davvero quel che fa. Forse dovremmo chiudere la giornata”.
Questo quasi mi accecò dalla rabbia. Pensare che un [bandito] aveva non solo respinto i miei attacchi ma era passato in vantaggio su di me due volte!
“Aspetta Willie. Prenderemo questo tipo!”
“Va a prenderlo, Duke. Sono dietro di te!”
Irish si sporgeva dalla carlinga, sforzandosi di mantenere la visuale del MiG mentre io picchiavo di nuovo verso di lui per la terza volta. Ragazzi, era bello avere quel secondo paio d’occhi là dietro, specialmente con un avversario che sapeva cos’è il combattimento aereo. Era molto raro che i piloti dei caccia americani trovassero un MiG che combatteva in verticale. Al nemico piaceva combattere in orizzontale per lo più, o semplicemente fuggire, se non era in vantaggio.
Ancora una volta incontrai il MiG-17 frontalmente, questa volta non allineato perché non potesse adoperare le mitragliatrici. Quando cabrai in verticale pura vidi di nuovo quel tipo determinato a pochi piedi di distanza. Una volta Winston Churchill scrisse, “In guerra, se non riesci a battere il nemico al suo stesso gioco, è quasi sempre meglio adottare qualche variante sorprendente”. Mi venne in mente un’idea da ultima spiaggia. Tirai duramente verso il suo aereo e strappai il throttle indietro al minimo,tirando fuori gli aerofreni allo stesso tempo.
Il MiG mi schizzò davanti per la prima volta! Il muso del Phantom era 60° sopra l’orizzonte con la velocità all’aria crollata a 150 nodi in un istante. Dovetti dare il massimo dei postbruciatori per mantenere la mia posizione. Il pilota nemico, sorpreso, cercò di rollare sul dorso sopra di me. Usando solo il timone per evitare di mettere in stallo l’F-4 coi diruttori sulle ali, rollai verso il lato cieco del MiG. Lui tentò di invertire la propria rollata, ma quando le sue ali sbandarono bruscamente dovette andare momentaneamente in stallo, facendo cadere il muso, e ponendomi alle sue ore sei ma ancora troppo vicino per un tiro. “Non è un posto in cui stare con un MiG-17”, pensai, “a 150 nodi… così lento, può fartela sotto il naso”.
Ma era rimasto troppo a lungo. Più tardi scoprimmo che quel superbo pilota da caccia, successivamente identificato come “Colonnello Tomb” dell’Aviazione Nord Vietnamita, si era rifiutato di sganciarsi quando il suo controllore GCI [ground-controlled intercept – controllo terrestre intercettazione] gli aveva ordinato di tornare alla base. Dopo la guerra scoprimmo che “Tomb”, presumibilmente con 13 aerei americani al suo credito, avrebbe dovuto tornarci di corsa se voleva scendere prima di spegnersi.
Si rovesciò al vertice e andò giù dritto. Strappai bruscamente e lo seguii. Anche se non pensavo che un Sidewinder si sarebbe guidato giù in verticale, col calore del terreno a cui guardare, chiamai “Fox Two” e ne schizzai fuori uno. Il missile partì dal binario e andò dritto verso il MiG. Vi fu solo un piccolo lampo, e pensai che lo avesse mancato. Quando avviai il lancio del mio ultimo Sidewinder, vi fu un improvvisa fiammata. Dal 17 eruttò del fumo nero. Non sembrava fuori controllo… il caccia continuò semplicemente a scendere, schiantandosi al suolo con un angolo di circa 45°.
Non so se ne avete già discusso, cmq ecco qui il combattimento reale da cui mi sembra possano avere tratto spunto per le monovre in TOPGUN (che onestamente mi sembravano una caxxata cinematogragica Holllywodiana... invece):
Più avanti nella guerra, i piloti della US Navy raccolsero i frutti del migliore addestramento fornito dall’appena creato Navy Fighter Weapons School (TOPGUN) presso la Naval Air Station di Miramar in California. Il brano che segue si trova in Fox Two del Maggiore Randy “Duke” Cunningham. In questo scontro, Cunningham e il suo Radar Intercept Officer sul seggiolino posteriore, “Willie” Driscoll (detto a volte “Irish”), intascarono la loro quinta vittoria (la terza di quella missione) diventando i primi assi americani in Vietnam. Stavano volando su un F-4J Phantom con missili Sparrow a guida radar semiattiva e Sidewinder a ricerca di calore (senza mitragliatrici); il loro avversario era un battagliero asso vietnamita su un MiG-17 Fresco equipaggiato probabilmente di sole mitragliatrici (anche se si dice che all’epoca alcuni portassero dei missili Atoll a ricerca di calore). In tali condizioni di combattimento si stima che l’F-4 avesse un vantaggio di T/W di circa il 20%, ma un carico alare maggiore dell’80% rispetto al MiG. In questo combattimento Cunningham cercò di impiegare le tattiche energetiche, ma ebbe ben poco successo contro il bandito abilmente pilotato. Frustrato, alla fine Duke arrischiò un disperato azzardo e vinse. Per inciso, “Fox Two” è un segnale radio adoperato per avvertire gli altri aerei amici in zona dell’imminente lancio di un missile Sidewinder.
Mentre facevamo rotta per la costa a 10.000 piedi, avvistai un altro aeroplano sul muso, leggermente in basso, che veniva dritto su di noi. Era un MiG-17. Dissi ad Irish di vedere quanto potevamo passare vicino al MiG per portare via quanta più separazione laterale possibile perché non potesse invertire tanto facilmente alle nostre ore sei. Eravamo soliti fare la stessa cosa contro gli A-4 a Miramar dato che i due aerei erano virtualmente identici nelle prestazioni. Questo si dimostrò il mio primo errore quasi fatale… Gli A-4 non hanno mitragliatrici nel muso.
L’intero muso del MiG si accese come un albero di Natale! Dei BB grossi come zucche volarono verso il nostro F-4.
Tirai bruscamente in verticale pura per distruggere la soluzione di inseguimento [del nemico]. Quando venni fuori dalla cabrata a sei G mi sforzai per vedere il MiG al di sotto mentre il mio F-4 saliva dritto. Ero sicuro che sarebbe andato in una virata orizzontale, o che sarebbe semplicemente fuggito come avevano fatto molti in passato. Quando mi guardai dietro da sopra al mio seggiolino eiettabile ebbi la sorpresa della mia vita: ecco il MiG, capottino a capottino con me, ad appena 300 piedi di distanza!... Cominciai a sentirmi stordito. Il mio stomaco si annodava. Non c’era paura negli occhi di quel tipo mentre salivamo di circa 8.000 piedi.
Accesi i postbruciatori e cominciai a superare il mio avversario, ma questo eccesso di prestazioni mi pose davanti a lui. Quando cominciai a recuperare alla sommità, lui cominciò a sparare. Il mio secondo errore quasi fatale – gli avevo dato una direzione di volo prevedibile, e lui ne aveva tratto vantaggio. Fui costretto a rollare e a strappare dalla parte opposta.
Lui strappò proprio dietro di me.
Non volendo ammettere che quel tipo mi stava battendo, dissi a Willie, “Quel F.D.P. è davvero fortunato! D’accordo, adesso lo prendiamo!” Tirai giù per accelerare col MiG a ore quattro. Lo osservai e attesi finché non mise giù il muso, quindi cabrai verso di lui e rollai alla sommità, mettendomi alle sue ore cinque. Anche se ero troppo vicino con un angolo eccessivo rispetto alla sua coda per lanciare un missile, la manovra mi mise in una posizione vantaggiosa. Pensai di averlo superato nel pilotaggio – un eccesso di fiducia rimpiazzò la paura.
Mi abbassai, tenendo il timone al massimo, e lui cabrò verso di me, sparando! Pensai, “Oh no, forse questo tipo non è solo fortunato, dopotutto!” Aveva adoperato la stessa manovra che avevo tentato io, cabrando contro di me e costringendomi a un sorpasso – eravamo nella classica forbice in rollata. Quando il suo muso andò giù io cabrai verso di lui.
Durante l’addestramento avevo combattuto nella stessa situazione. Avevo imparato che se il mio avversario aveva il muso troppo alto, potevo scattare in basso, usando vantaggiosamente un G, quindi correre verso le sue ore sei prima che potesse girarsi e arrivare a tiro.
Quando rallentammo a 200 nodi, seppi che era il momento di saltar fuori… Il raggio di virata superiore del MiG, accoppiato con dei G disponibili più elevati a quella velocità, cominciarono a dargli un costante vantaggio. Quando sollevò il suo muso appena un po’ troppo in alto, strappai verso di lui. Ponendo il mio aereo a quasi 180°, Willie ed io eravamo due miglia davanti a lui, fuori dalla portata dei suoi missili, ad una velocità all’aria di 600 nodi.
Con l’energia recuperata, effettuai un’inversione verticale a 60° col muso in su verso il MiG che premeva. Lui cabrò dritto dietro a noi, e ancora una volta, con le superiori capacità ascensionali del Phantom, lo superai
137
in candela mentre schizzava BB nella nostra direzione. Era una copia carbone del primo ingaggio di qualche secondo prima, mentre andavamo in una forbice in rollata.
Ancora una volta fummo costretti a sganciarci mentre vantaggio e svantaggio cambiavano parte. Mentre schizzavamo via per riprendere energia per la seconda volta, Irish venne fuori all’[interfono], “Ehi, Duke, come va lassù?
Questo tipo sa davvero quel che fa. Forse dovremmo chiudere la giornata”.
Questo quasi mi accecò dalla rabbia. Pensare che un [bandito] aveva non solo respinto i miei attacchi ma era passato in vantaggio su di me due volte!
“Aspetta Willie. Prenderemo questo tipo!”
“Va a prenderlo, Duke. Sono dietro di te!”
Irish si sporgeva dalla carlinga, sforzandosi di mantenere la visuale del MiG mentre io picchiavo di nuovo verso di lui per la terza volta. Ragazzi, era bello avere quel secondo paio d’occhi là dietro, specialmente con un avversario che sapeva cos’è il combattimento aereo. Era molto raro che i piloti dei caccia americani trovassero un MiG che combatteva in verticale. Al nemico piaceva combattere in orizzontale per lo più, o semplicemente fuggire, se non era in vantaggio.
Ancora una volta incontrai il MiG-17 frontalmente, questa volta non allineato perché non potesse adoperare le mitragliatrici. Quando cabrai in verticale pura vidi di nuovo quel tipo determinato a pochi piedi di distanza. Una volta Winston Churchill scrisse, “In guerra, se non riesci a battere il nemico al suo stesso gioco, è quasi sempre meglio adottare qualche variante sorprendente”. Mi venne in mente un’idea da ultima spiaggia. Tirai duramente verso il suo aereo e strappai il throttle indietro al minimo,tirando fuori gli aerofreni allo stesso tempo.
Il MiG mi schizzò davanti per la prima volta! Il muso del Phantom era 60° sopra l’orizzonte con la velocità all’aria crollata a 150 nodi in un istante. Dovetti dare il massimo dei postbruciatori per mantenere la mia posizione. Il pilota nemico, sorpreso, cercò di rollare sul dorso sopra di me. Usando solo il timone per evitare di mettere in stallo l’F-4 coi diruttori sulle ali, rollai verso il lato cieco del MiG. Lui tentò di invertire la propria rollata, ma quando le sue ali sbandarono bruscamente dovette andare momentaneamente in stallo, facendo cadere il muso, e ponendomi alle sue ore sei ma ancora troppo vicino per un tiro. “Non è un posto in cui stare con un MiG-17”, pensai, “a 150 nodi… così lento, può fartela sotto il naso”.
Ma era rimasto troppo a lungo. Più tardi scoprimmo che quel superbo pilota da caccia, successivamente identificato come “Colonnello Tomb” dell’Aviazione Nord Vietnamita, si era rifiutato di sganciarsi quando il suo controllore GCI [ground-controlled intercept – controllo terrestre intercettazione] gli aveva ordinato di tornare alla base. Dopo la guerra scoprimmo che “Tomb”, presumibilmente con 13 aerei americani al suo credito, avrebbe dovuto tornarci di corsa se voleva scendere prima di spegnersi.
Si rovesciò al vertice e andò giù dritto. Strappai bruscamente e lo seguii. Anche se non pensavo che un Sidewinder si sarebbe guidato giù in verticale, col calore del terreno a cui guardare, chiamai “Fox Two” e ne schizzai fuori uno. Il missile partì dal binario e andò dritto verso il MiG. Vi fu solo un piccolo lampo, e pensai che lo avesse mancato. Quando avviai il lancio del mio ultimo Sidewinder, vi fu un improvvisa fiammata. Dal 17 eruttò del fumo nero. Non sembrava fuori controllo… il caccia continuò semplicemente a scendere, schiantandosi al suolo con un angolo di circa 45°.